La mia vita nella Famiglia di San Giovanni di Dio è iniziata il 23 gennaio del 1989, 25 anni fa, più della metà della mia vita. Da quel momento, non smetto di nutrirmi dei valori che San Giovanni di Dio ci trasmette ogni giorno, specialmente l’ospitalità. Un anno prima, nell’ambito di una vicissitudine personale, avevo avuto l’occasione di interiorizzare e di sperimentare questo valore, che ho riconosciuto soltanto grazie al nostro Santo Patrono.

Quando avevo 21 anni, avevo appena iniziato la mia nuova vita colui che è mio marito, quando un bambino entrò nella nostra vita. Era nato in circostanze sfortunate: la madre era morta per i postumi del parto e il neonato era stato affidato ai nonni.

Davanti a questa situazione, mi riusciva molto difficile voltare lo sguardo da un’altra parte. Andavo a vederlo ogni giorno, quando era l’ora del bagnetto; poi iniziammo a portarlo a casa nostra durante i fine settimana. E quando la domenica sera dovevamo riportarlo a casa dei nonni, ci si spezzava il cuore.

Con loro il bambino era contento, ma le cure di una coppia già avanti negli anni, con una salute cagionevole, non erano le più appropriate per lui, anche se i nonni lo amavano molto. Il bambino aveva bisogno della gioia, dell’energia e degli stimoli che solo le persone giovani potevano dargli. E’ stato così che dopo tanto riflettere, mio marito ed io decidemmo di accoglierlo definitivamente nella nostra casa.

Come fu per San Giovanni di Dio, ricevemmo critiche di ogni genere: le persone dicevano che eravamo matti, che ci stavamo esponendo a grossi problemi … Ma non ci facemmo caso e questo bambino ormai fa parte della nostra famiglia. Dove c’è carità c’è Dio.