«  Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. » (Qo, 3)

Ringrazio il Signore e San Giovanni di Dio per avermi dato la possibilità di conoscere, apprezzare e vivere il carisma dell’ospitalità nella mia lunga attività professionale presso l’asilo notturno San Giovanni di Dio di Madrid.

E’ stato per me un luogo privilegiato, la migliore scuola in cui la definizione dell’ospitalità diventava ogni giorno realtà :  « carità che consiste nel raccogliere, riparare e nutrire gratuitamente gli indigenti e i viandanti ». Sta di fatto che il viandante non era un amico o un parente in visita, ma un estraneo che bussava alla porta per chiedere protezione, un pasto, un letto… Non possedeva nulla, aveva solo bisogno di tutto. Ma lì trovava, serviti su un vassoio, tutti gli ingredienti necessari per preparare un piatto eccellente. E in cucina come altrove, perché un piatto sia buono bisogna prepararlo con amore.

In quell’opera ho vissuto esperienze e sensazioni nuove. Era tutto diverso rispetto a ciò che sapevo fino a quel momento. Ero presa alla sprovvista e dovevo prescindere dalla mia logica abituale. In seguito ho scoperto la ricchezza e i valori che esistevano in quel centro e li ho progressivamente assimilati. Ho scoperto l’importanza di condividere, sia nel dare che nel ricevere.. 

E’ stato per me un grande privilegio riuscire a scoprire che l’ospitalità, nella sua accezione più ampia, apre nuovi orizzonti, dovunque ci si trovi.