Sono Direttore Generale dell’Istituto psicopedagogico.

Servire significa aiutare qualcuno spontaneamente, in altri termini adottare un atteggiamento permanente di collaborazione nei confronti degli altri. Ci si ricorda spesso dell’esperienza di aver incontrato uno sconosciuto comparso in un momento in cui se ne aveva più bisogno e che in seguito è sparito e non ne abbiamo saputo più niente. Le persone servizievoli sono sempre attente e individuano il momento più opportuno per andare in aiuto del loro prossimo. Esse compaiono all’improvviso con un sorriso, tendono la mano, pronte ad aiutare. Ad ogni modo, un’esperienza di questo genere desta in noi un profondo sentimento di gratitudine.  Ogni qualvolta offriamo il nostro aiuto, per quanto piccolo, acquistiamo la forza necessaria per vincere la nostra pigrizia ed offrire a coloro che ci circondano del tempo per occuparsi di qualcos’altro o semplicemente di riposarsi della fatica quotidiana.  Ecco perché bisogna promuovere una cultura che esalti la vocazione e l’atteggiamento di servizio concepito come un valore sociale che merita di essere riconosciuto come tale, una cultura che riconosca la dignità di coloro che si dedicano al servizio degli altri. Per dare un senso alla nostra vita, nulla è più gratificante dell’aiutare i nostri simili, che si tratti della nostra famiglia, dei nostri amici, dei nostri clienti, colleghi, vicini o semplicemente dei nostri connazionali.