Sono tecnico di radiologia medica e tecnico di medical imaging.

Sono incaricato anche del coordinamento del C.A.L, una funzione più sociale che medica, come pure dell’animazione, in qualità di “clown” ufficiale, degli eventi organizzati per i pazienti e per la loro famiglia.

Penso anzitutto che il mio lavoro mi offra l’occasione di alimentare ogni giorno la mia vocazione, il che mi permette di comprendere meglio i miei malati. In effetti, se si trovano là non è per farmi visita, ma perché soffrono di uno o di un altro male. In questa prospettiva, posso offrire loro una parola di incoraggiamento e di conforto, rendere il loro passaggio per i miei servizi meno strettante possibile. È necessario riconoscere loro il posto a cui hanno diritto. La malattia non può essere considerata come un handicap, ma piuttosto come una capacità differente. Per questo, in poche parole, mi sforzo di trattare il paziente con rispetto, con la sua dignità di persona che spesso crede di aver perduto.