Dahn Sindh

 

365 TESTIMONIANZE DI OSPITALITA’

Confratello

India

Dahn Sindh

 

Sono l’ultimo di una famiglia di otto figli che vive in un piccolo villaggio della diocesi di Khandwa. I nostri genitori sono molto religiosi e timorati di Dio. Mio padre è conosciuto come uomo di profonda compassione. Essendo il più giovane, sono cresciuto circondato dall'amore della mia famiglia. Quando frequentavo la scuola ero attratto dallo stile di vita orante del clero e dei religiosi che incontravo. Il parroco, che era molto spirituale e viveva una profonda vita di preghiera, era molto ospitale verso i bisogni degli altri. In altre parole, crescendo ho avuto tanti buoni esempi di ospitalità. In un primo momento pensai di diventare sacerdote, ma all’età di 18 anni partecipai ad un campo vocazionale ove sentii parlare dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio a Deshgaon. Contattai allora i Fatebenefratelli i quali mi invitarono ad “andare a vedere”. Lì potei vedere la grande compassione che essi mostravano verso tutti coloro che erano nel bisogno. La loro idea di ospitalità era anche di andare incontro alle persone e di non aspettare che fossero loro a venire a chiedere aiuto. Mi dissero che era così che San Giovanni di Dio aveva agito a Granada. Quando ne parlai con i miei genitori e con i miei fratelli, tutti sostennero la mia idea di entrare a far parte dell'Ordine. Erano favorevoli al fatto che il membro più giovane della nostra famiglia portasse avanti la tradizione di compassione per gli altri che i nostri genitori ci avevano insegnato. 

 

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