Lavoro presso il “Welfare Centre” per anziani di Gwangju, in Corea. Da otto faccio parte della Famiglia di San Giovanni di Dio. Quando ho iniziato a lavorare al Centro ero stata assegnata al programma di assistenza domiciliare, che fornisce aiuto agli anziani che vivono soli e che hanno difficoltà finanziarie o fisiche. La maggior parte di loro vivevano in condizioni abitative molto povere e desolanti, soli ed estraniati dagli altri membri familiari, che abitavano lontano o con i quali non erano in contatto. Quando mi sono trovata di fronte a queste situazioni, pensavo a cosa avrei potuto fare per questi anziani. Pensavo tra me e me: “Come potrei aiutarli?”. Scoprii però che non era così importante essere molti attivi nel fare le cose, ma che era più importante permettere loro di condividere con me i ricordi e le storie del passato. Allora mi mettevo ad ascoltare quanto avevano da dirmi. Dovevo essere ospitale verso quelle parti della loro vita che ricordavano di più e che custodivano come un tesoro. La stessa cosa accade per gli anziani che si avvalevano dei programmi di svago del Centro. Essi apprezzano veramente la mia accoglienza e il fatto che li ascolti. Giorno dopo giorno sto imparando che il sostegno economico e i vari programmi non sempre sono i bisogni più urgenti degli anziani; essi vogliono semplicemente incontrare persone che realmente li accolgano bene e li ascoltino.