Beato José Olallo

200 anni dalla nascita (1820-2020)

Modello di Santità per un’ Ospitalità rinnovata          


12 febbraio 2020

 

José Olallo, religioso esemplare

Il Beato José Olallo Valdés fu un religioso dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, attento e perseverante. Il Signore lo trovò accanto ai malati e alle persone bisognose; per questo lo chiamò servo buono e fedele, e gli aprì le porte del Paradiso. La Chiesa proclamò pubblicamente la sua santità il 29 novembre del 2008, invitandoci ad imitarlo.

Noi Fatebenefratelli e la Chiesa di Cuba, in particolare la popolazione di Camagüey, dove visse questo nostro Confratello, siamo stati arricchiti con molti doni, tra i quali la santità del P. Olallo, realizzata e manifestata nell’ospitalità. Rendiamo grazie a Dio per questo grande dono.

 

Testimoni

Dopo la sua morte, tante persone testimoniarono la sua santità con queste espressioni:

arrivò da solo, senza neanche un nome, alla porta dell’orfanotrofio; alla sua morte venne acclamato padre dei poveri;

per molto tempo fu l’anima dell’ospedale;

passò la propria vita soccorrendo i malati; con una mano dava il pane, con l’altra dava lo spirito;

un ricordo sempre vivo.

 

Per 54 anni si dedicò ai poveri e ai malati, che serviva con grande generosità. La sua attività nell’infermeria fu sempre accompagnata dall’attenzione per la cura integrale della persona, e da una spiritualità umile e cordiale.

Morì apprezzato e pianto da tutti il 7 marzo del 1889. Il suo funerale fu il segno di acclamazione di un santo che stava facendo il suo ingresso in cielo.

Il 16 dicembre del 2006, Papa Benedetto XVI dichiarò che il Servo di Dio aveva esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali e affini. Il 29 novembre del 2008, P. José Olallo Valdés fu proclamato Beato nella città di Camagüey (Cuba).

 

Visse il Vangelo della misericordia.

Il Beato José Olallo Valdés è un dono, un esempio, un modello a noi vicino nell’esercizio dell’ospitalità. E’ stato uno di quei santi “normali” che ci ha dimostrato che la santità non è un privilegio di pochi, e che si può raggiungere percorrendo il cammino ordinario, ma facendo in modo straordinario le cose di tutti i giorni.

La sua vita è stata contrassegnata dalle pagine del Vangelo: la misericordia, l’ospitalità, il servizio ai malati, le opere di carità: dare da mangiare e da bere, visitare gli infermi, curare, amare, e cioè il capitolo delle Beatitudini (Mt. 5); quello del Buon Samaritano (Lc 10); quello del Giudizio finale: venite, benedetti dal Padre mio…perché mi avete dato da mangiare, da bere, mi avete ospitato, visitato …(Mt 25).

Il Beato Olallo fa parte di quel meraviglioso giardino della santità della Chiesa, orgoglio per la nostra Famiglia Ospedaliera, perché la sua vita, il suo esempio nel modo di vivere la propria consacrazione, il suo modo di stare accanto ai malati nei momenti di difficoltà, di cambiamento, deve essere per noi come una nuova primavera in questo momento sociale ed ecclesiale che stiamo attraversando.

 

Chiamati ad essere santi.

Lasciamoci coinvolgere dalla forma soprannaturale di esercitare l’ospitalità in situazioni difficili, così come fece il Beato Olallo; lasciamoci attrarre dall’incanto della santità, che è compito di tutti. Anche noi, tutti noi, siamo chiamati ad essere santi, a far parte dell’arcobaleno dei santi, dove ciascuno brilla di una luce diversa, ma sempre riflettendo la luce della santità di Dio. Il raggio di luce del nostro beato si chiama carità, si chiama ospitalità; è una luce forte e privilegiata nell’arcobaleno della santità.


S.E. Mons. José L. Redrado, O.H.

 

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