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Pasqua 2018
lettera circolare del Priore Generale
 

Cristo è risorto: rallegratevi!

A tutti i Confratelli, Collaboratori, membri della Famiglia Ospedaliera di San Giovanni di Dio

Carissimi, con questa lettera desidero inviare i miei migliori auguri pasquali a tutta la Famiglia di San Giovanni di Dio, alle persone assistite nei Centri e Servizi dell’Ordine e ai loro familiari, con l’auspicio che il Signore Risorto colmi i nostri cuori di speranza e di vita. Felice Pasqua di Risurrezione!

La gioia della Pasqua cambia la nostra vita, liberandola dal pessimismo e dalle oscurità che spesso ci opprimono. E’ la gioia che ha il suo fondamento nella Risurrezione di Cristo. In Lui la speranza è possibile, perché Dio Padre lo ha risorto, superando e vincendo il peccato, la sofferenza e la morte. Nessuna di queste realtà che oscurano la nostra vita e che ci fanno soffrire avrà l’ultima parola; nessuna avrà potere sulla vita che il Risorto ha conquistato per tutti e per sempre.

La nostra fede, e la liturgia della Chiesa durante il tempo pasquale, ci invitano a vivere intensamente la gioia della Risurrezione, che è il frutto dell’esperienza dell’incontro con il Risorto. Egli non è qui, perché è risorto[1]. Queste sono le parole che l’angelo rivolge alle donne che si erano recate al sepolcro, pervase dalla tristezza di chi ha perduto una persona cara, ma che si trasforma in un’esplosione di gioia sentendo questo messaggio, e per l’incontro con Cristo. E’ vero, è vivo! Questa è stata poi l’esperienza degli apostoli, dei discepoli di Emmaus e di tante altre persone. Anche noi possiamo vivere questa stessa esperienza, se abbiamo l’audacia di aprire il cuore e gli occhi della fede per vederlo e sentirlo vivo tra noi.

Di certo la realtà in cui viviamo non ci agevola in questo senso, anzi al contrario sembra rendere tutto più difficile, portandolo fino all’estremo. Non è il caso di enumerare le situazioni di dolore che causano esclusione, sofferenza e morte nel nostro mondo. Qualche giorno fa, dopo aver celebrato con tanta gioia in un nostro centro la festa di San Giovanni di Dio, abbiamo ricevuto la triste notizia della morte di un giovane, appena diventato padre, che per motivi a noi sconosciuti e che soltanto il Signore conosce, ha deciso di togliersi la vita, lasciando soli la moglie e il figlio appena nato. Questo è solo un esempio dei tanti casi che accadono ogni giorno, ma quanto dolore producono!  Sono notizie che ci lasciano attoniti. Perché Signore? Come annunciare la gioia della vita e l’amore di Dio quando accadono queste cose, che ci colpiscono così intensamente da volerle ignorare, perché non si può resistere a tanto dolore e a tanta violenza?

Questa stessa esperienza la fece Gesù Cristo. La fedeltà alla sua missione e al Padre, l’audacia per non abbandonare il suo progetto, o per farsi influenzare da niente e da nessuno che potessero sviarlo, lo portarono a morire sulla croce. Il suo esempio è stato seguito da molti uomini e donne, alcuni per la sua stessa causa, altri per cause diverse, ma con lo stesso risultato. Tuttavia, di fronte a tanta sofferenza, Dio fece risuscitare suo Figlio. Per questo e anche se la vita talvolta ci pone di fronte a situazioni estremamente difficili, così come è successo a Gesù, anche per noi la vita trionferà sulla morte e avrà l’ultima parola. Questa è la decisione di Dio nostro Padre, che la esprime nel suo unigenito Gesù Cristo, del quale celebriamo la Pasqua, la Risurrezione, alla quale tutti siamo chiamati a partecipare.

Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e che là mi vedranno[2]. In altre occasioni ho avuto modo di fare una riflessione su questa frase di Gesù alle donne che erano andate al sepolcro. E’ un’indicazione fondamentale: la gioia della Pasqua è la gioia dell’incontro con il Risorto, già in questa vita terrena. Nel caso di Gesù, fu in Galilea, dove ebbe inizio la sua vita pubblica, la sua missione. Per noi, è nella nostra vita, in famiglia, nell’ospedale o nel posto di lavoro, in parrocchia o nella comunità, che esiste la nostra Galilea. E’ qui che siamo chiamati ad incontrarci con Gesù Risorto, e con Lui percorrere il cammino terreno seguendo il Vangelo, scoprendo i segni della vita e della Risurrezione; aiutando a superare quelli della morte e dell’oscurità che accadono ogni giorno, e a dare la testimonianza della nostra fede e della nostra esperienza con il Cristo Vivo.

L’ospitalità è un’espressione della vita e dell’amore misericordioso di Dio, della risurrezione di Cristo. Attraverso l’ospitalità siamo chiamati ogni giorno a proclamare e a manifestare la vita che ci porta il Risorto, e a rendere possibile l’esperienza della Pasqua: molte volte con la cura, o con l’accompagnamento e la consolazione, altre volte pregando e invocando il Signore, altre ancora servendo e testimoniando la profezia dell’ospitalità, segno della vita che vince la morte. Mi auguro che tutti possiamo fare questa esperienza della vita che ci offre l’ospitalità evangelica, secondo lo spirito di San Giovanni di Dio.

Abbiamo quasi terminato i Capitoli Provinciali, ad eccezione di quello della Provincia Polacca, che celebreremo a breve. I Capitoli hanno costituito un’esperienza della vita nuova che lo Spirito Santo ci ha dato. Vorrei dire che sono stati un’esperienza di risurrezione, di apertura alla vita e al futuro dell’Ordine. Il mio auspicio è che rimaniamo fedeli al Signore affinché l’ospitalità di San Giovanni di Dio continui a vivere nel tempo. Il prossimo anno celebreremo il Capitolo Generale: sarà un’opportunità per rinnovarci e dare nuova linfa al nostro amato Ordine e a tutta la Famiglia di San Giovanni di Dio, aprendoci al futuro che lo Spirito del Signore ci chiede. Sarà la possibilità di vivere e di dare un segno della vita che il Cristo Risorto ci porta. Vi invito tutti a pregare e a prepararci bene, sin da ora, per questo evento tanto importante per il nostro Ordine.

Da parte del Governo Generale e di tutta la Famiglia Ospedaliera di San Giovanni di Dio della Curia Generalizia, vi auguro una felice Pasqua di Risurrezione.

 

 

 

Fra Jesús Etayo, O.H.

Superiore Generale



[1] Mt 28, 6.

[2] Mt 28,10.

 
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